Infertilità maschile: una questione di stile di vita (II parte)

Prosegue qui di seguito la II parte della rassegna dei fattori legati agli stili di vita per i quali è stato descritto e dimostrato un legame con l’infertilità maschile; la I parte è stata pubblicata in data 1 dicembre 2018.

  • Stress psicologico: lo stress psicologico può avere effetti fortemente negativi sul potenziale riproduttivo maschile. Lo stress attiva difatti meccanismi che coinvolgono il sistema nervoso simpatico e “l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene”, i quali insieme all’ormone inibitore delle gonadotropine, esercitano un’azione inibitoria sulle cellule Leydig nei testicoli, con conseguente calo del testosterone, l’ormone sessuale maschile. La riduzione dei livelli di testosterone determina, a sua volta, alterazioni delle cellule del Sertoli e di conseguenza della barriera “emato-testicolare” (struttura anatomica indispensabile al corretto funzionamento dell’apparato genitale maschile), portando alla soppressione della spermatogenesi, cioè della formazione degli spermatozoi. Lo stress  peggiora anche altri parametri della qualità dello sperma: alcuni studi hanno difatti osservato che i maschi con un significativo livello di stress, documentato da un punteggio HADS (che misura l’ansia e la depressione) superiore o pari a 8, oltre ad avere bassi livelli di testosterone e una bassa conta spermatica presentavano nel loro liquido seminale alterazioni della motilità e della forma degli spermatozoi, rispetto agli uomini con basso punteggio HADS (cioè sottoposti a bassi livelli di stress). Il calo della quantità e della motilità degli spermatozoi e l’aumento del numero di spermatozoi con forma anomala dovuti allo stress psicologico sono stati confermati inoltre da un ampio studio che ha analizzato i dati inerenti circa 30.000 maschi.
    Il peggioramento della qualità dello sperma è stato descritto anche in un particolare tipo di stress, vale a dire quello occupazionale.
    In particolare è stato osservato che elevati livelli di stress da lavoro si traducono in un aumento della quantità di spermatozoi con danni al DNA. L’aumento dei danni al DNA degli spermatozoi – così come le alterazioni della loro forma – è imputabile allo stress ossidativo: uno studio ha evidenziato che nei periodi di maggiore stress sono rilevabili nello sperma elevate concentrazioni di enzimi ad  attività anti-ossidante contro i radicali liberi – come la superossido-dismutasi (SOD) accompagnate da una ridotte concentrazioni e motilità degli spermatozoi, in confronto ai periodi senza stress psicologico od occupazionale. Tutti questi dati suggeriscono quindi che lo stress psicologico altera i parametri seminali, risultando quindi un fattore causale di infertilità maschile.

 

  • Dieta: la dieta e il tipo di alimentazione svolgono influenzano significativamente la qualità del liquido seminale. Una dieta sana e bilanciata è un semplice accorgimento per migliorare la qualità del seme e il tasso di fecondità. La dieta Mediterranea – ricca di acidi grassi omega-3, di antiossidanti e di vitamine ma povera di acidi grassi trans saturi – è un esempio di dieta sana in grado di migliorare la qualità del liquido seminale. Come regola generale, il consumo di una dieta sana a base di frutta, verdura, pesce e pollame, cereali e cibi a basso contenuto di grassi può consentire di migliorare almeno 1 parametro di qualità della sperma. Una ricerca ha dimostrato ad esempio che una dieta definita dagli studiosi “Prudente” e basata sul consumo di carne bianca, frutta, verdura e cereali favorisce la motilità degli spermatozoi, a differenza di una dieta tipicamente stile-occidentale a base di carni rosse elaborate, cereali raffinati e bibite altamente caloriche. La sostituzione delle carni rosse con il pesce può avere effetti positivi sul numero di spermatozoi nel liquido seminale.
    Pertanto i dati disponibili indicano che una dieta basata sul consumo di carni elaborate, cibi grassi, alcool e bibite zuccherate si associa ad una peggiore qualità del seme e a tassi di fecondità più bassi.

 

  • Fattori occupazionali: professioni che implicano l’esposizione dello scroto al calore, come i cuochi per esempio, o di stare seduti per lungo tempo sono fattori di rischio di infertilità maschile in quanto causano stress termico testicolare. L’esposizione dello scroto al calore determina difatti il blocco della spermatogenesi, la stimolazione della morte delle cellule germinali che danno origine agli spermatozoi, l’induzione dello stresso ossidativo e conseguentemente di danni al DNA degli spermatozoi.

 

  • Disturbi del sonno: i disturbi del sonno e l’insonnia possono avere ripercussioni negative sulla fertilità maschile; è stato riportato che i soggetti con difficoltà ad addormentarsi vanno incontro ad una riduzione del volume di sperma prodotto.

 

  • Dispositivi elettromagnetici: l’esposizione a radiazioni elettromagnetiche emesse da smartphone e cellulari, soprattutto se tenuti dentro le tasche anteriori dei pantaloni, possono causare effetti nocivi ai testicoli. Un’analisi dei dati di vari studi ha difatti dimostrato che l’esposizione ai dispositivi mobili si associa ad una ridotta motilità e vitalità degli spermatozoi.
Conclusioni

Vari fattori legati agli stili di vita influenzano quindi negativamente la qualità dello sperma. La conoscenza di questi fattori consente quindi la presa di coscienza della loro pericolosità sulle funzioni riproduttive e di modificare e migliorare di conseguenza i propri stili di vita, con un impatto favorevole sulla fertilità maschile.

 

Fonte bibliografica
Damayanthi D. Lifestyle causes of male infertility. Arab J Urol 2018; 16 (1): 10-20.

 

 

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