Infertilità maschile: una questione di stile di vita (I parte)

Infertilità maschile: sempre più evidenze indicano che in questi ultimi anni è in aumento l’infertilità riconducibile ad un calo significativo della qualità dello sperma, che secondo un importante studio – che ha coinvolto quasi 43.000 uomini e della durata di oltre 40 anni – è quantificabile come una riduzione del 50-60% della conta degli spermatozoi. Varie sono le cause alla base del peggioramento della qualità dello sperma e della conseguente infertilità maschile: oltre all’inquinamento ambientale e le occupazioni professionali, anche gli stili di vita giocano un ruolo fondamentale; ne dà conferma un articolo recente che ha preso in esame i dati di 74 ricerche pubblicate nella letteratura scientifica negli ultimi 10 anni.

L’articolo in questione ha passato in rassegna i fattori legati agli stili di vita di cui è stata indagato e dimostrato un loro legame con l’infertilità maschile.

  • Fumo di sigaretta: è un fattore di rischio di riduzione della fertilità maschile perchè causa riduzione della qualità dello sperma negli uomini sia fertili che infertili, con riduzione del 13-17% della concentrazione di spermatozoi rispetto ai non fumatori. Il calo di spermatozoi risulta più marcato nei forti (più di 20 sigarette/die) e moderati (10-20 sigarette/die) fumatori rispetto ai lievi fumatori (1-10 sigarette/die). Ma in che modo il fumo danneggia lo sperma? In primo luogo perché contiene numerosi radicali liberi che espongono gli spermatozoi a reazioni ossidative (il cosiddetto stress ossidativo) in grado di danneggiare la loro funzionalità, forma e motilità. I radicali liberi, insieme agli idrocarburi policiclici aromatici e ai composti organici volatili presenti nel fumo, causano inoltre danni al DNA degli spermatozoi (frammentazioni, mutazioni, alterazioni cromosomiche) e attivano i meccanismi che portano a morte naturale precoce gli spermatozoi. La nicotina e il cadmio contenuti nel fumo danneggiano invece la produzione degli spermatozoi a livello testicolare e la loro maturazione, con riduzione della loro quantità nel liquido seminale. I danni provocati dal fumo di sigaretta sulla fertilità maschile sarebbe quindi il risultato di un’azione combinata tra stress ossidativo, danni genetici negli spermatozoi, stimolazione della morte degli spermatozoi e riduzione della loro produzione nei testicoli. Il fumo è anche un fattore di rischio di fallimento delle tecniche di fertilizzazione (IVF) e di iniezione dello spermatozoo all’interno dell’ovocita effettuata in laboratorio, oltre che di insuccesso della procreazione medicalmente assistita proprio come avviene nel caso delle donne fumatrici. Questi dati raccomandano quindi di smettere di fumare e di ridurre l’esposizione al fumo di sigaretta nella coppia che si accinge a sottoporsi alle tecniche di procreazione assistita.

 

  • Alcool: i dati relativi a quasi 30.000 uomini indicano uno stretto legame tra consumo di alcool e minore volume di sperma. Altri dati inerenti 16.395 maschi dimostrano che il consumo moderato-forte di alcool ha un effetto dannoso, oltre che sul volume di liquido seminale, anche sulla forma e sulla motilità degli spermatozoi, effetto che dipende dalla dose di alcool. È stato osservato poi che la produzione di spermatozoi (spermatogenesi) nei testicoli si riduce all’aumentare del consumo di alcool; questo perché l’alcool interferisce con il rilascio degli ormoni (chiamati gonadotropine) che regolano lo sviluppo e la maturazione dei testicoli) e quindi sulla produzione di testosterone, oltre a danneggiare le funzioni delle cellule coinvolte nella produzione e maturazione degli spermatozoi nei testicoli. Il risultato è che l’alcool compromette la produzione, la forma e la maturazione degli spermatozoi. Non a caso, nei forti bevitori è difatti frequente osservare il blocco parziale o completo della produzione di spermatozoi o la sindrome a sole cellule del Sertoli, patologia caratterizzata appunto da una ridotta spermatogenesi.
    Questi meccanismi spiegano quanto è stato osservato clinicamente negli studi. Per esempio, uno studio condotto in partner maschili di coppie con problemi di infertilità ha evidenziato che il 63% dei moderati bevitori (40-80 g/die) e il 72% dei forti bevitori (più di 80 g/die) avevano nel loro liquido seminale spermatozoi con una forma alterata, condizione che in termini medici viene chiamata teratozoospermia. In gran parte dei forti bevitori (64%) erano poi presenti basse concentrazioni di spermatozoi (oligozoospermia) nel proprio liquido seminale. Sulla stessa linea, un altro studio ha rilevato che elevate assunzioni di alcool si associano ad alterazioni della qualità dello sperma, come oligozoospermia o addirittura assenza totale di spermatozoi (azoospermia). Il consumo cronico di alcool ha effetti negativi sulla qualità del seme anche perché aumenta lo stress ossidativo per riduzione degli enzimi che eliminano i radicali liberi (antiossidanti): l’aumento di stress ossidativo contribuisce anch’esso a compromettere la sintesi di testosterone e quindi la fertilità. Sebbene gli effetti dell’alcool sulla fertilità maschile dipendano dalla quantità consumata, non è stata ancora identificata una “soglia di assunzione” da non superare per evitare danni sullo sperma. Vale la regola comunque di bere poco o con moderazione (1 bicchiere di vino a pasto) soprattutto se si è anche fumatori, in quanto alcool e fumo assieme possono potenziare i loro rispettivi effetti nocivi sulla qualità dello sperma.

 

  • Droghe o sostanze illecite: la marijuana, la cocaina, gli anabolizzanti androgeni, gli oppiacei e le metanfetamine sono gli esempi più significativi di sostanze stupefacenti il cui uso può avere ripercussioni negative sulla fertilità maschile. Queste sostanze possono difatti danneggiare la produzione degli ormoni gonadotropine (che regolano lo sviluppo, la maturazione e il funzionamento dei testicoli), la struttura dei testicoli e la funzionalità degli spermatozoi.
    La marijuana (cannabinoidi), fumata regolarmente (più di 1 volta alla settimana nel corso di 3 mesi) provoca un calo della concentrazione e della conta totale degli spermatozoi nei maschi giovani e tale effetto si potenzia se al fumo della marijuana si abbina anche l’assunzione di altre sostanze stupefacenti. Il calo della conta e della motilità degli spermatozoi si verifica anche nel caso di un uso sfrenato dei cannabinoidi, poichè danneggia significativamente la produzione di spermatozoi (spermatogenesi). Per quanto riguarda la cocaina, vi sono evidenze che l’utilizzo per lungo tempo (5 o più anni) causa la riduzione della concentrazione e della motilità degli spermatozoi e l’aumento degli spermatozoi con una forma alterata. Chi fa uso di cocaina, inoltre, ha un elevato rischio di infertilità anche in considerazione del fatto che i cocainomani sono spesso anche fumatori, fanno uso di altre sostanze stupefacenti e hanno problemi di infezioni sessualmente trasmesse, che creano problemi alla qualità dello sperma.

 

  • L’uso di testosterone e derivati, chiamati androgeni anabolizzanti, è molto diffuso tra gli atleti professionali ed è in aumento tra i giovani e gli adolescenti. Secondo i dati di uno studio, l’uso di queste sostanze (in quantità inferiore a 50 ng/dl di testosterone) causa un profondo ipogonadismo tra i maschi che le assumono per “curare” l’ipogonadismo stesso. L’ipogonadismo indotto dall’assunzione di steroidi anabolizzanti può a sua volta determinare calo della libido e disfunzione erettile, peggiorando il problema di fertilità. L’aumento dei livelli di testosterone a seguito dell’assunzione orale dell’ormone determina un’azione negativa sul rilascio di gonadotropine, causando inibizione reversibile della spermatogenesi, riduzione delle dimensioni dei testicoli (atrofia testicolare), con conseguente azoospermia transitoria e infertilità, che possono risolversi però nell’arco di 2 anni se s’interrompe l’uso di anabolizzanti. Le conseguenze di queste sostanze e il successivo trattamento dell’ipogonadismo associato dipendono dalla dose e dalla durata di assunzione degli anabolizzanti. Alla luce degli effetti dannosi degli anabolizzanti, il loro uso è altamente sconsigliato.

 

  • Obesità: il sovrappeso (indice di massa corporea BMI compreso tra 25 e 30 kg/m2) e l’obesità (BMI superiore a 30 kg/m2) risultano associati a ridotta qualità dello sperma e ad un maggior rischio di infertilità. Un’analisi dei dati della letteratura inerenti oltre 115.000 maschi ha documentato molto bene quanto l’obesità sia legata ad un potenziale riproduttivo più basso. Gli uomini obesi presentano molto frequentemente alterazioni del DNA degli spermatozoi, della loro forma e della loro motilità, quindi hanno un elevato rischio di essere infertili. Un’altra analisi che ha esaminato i dati di oltre 13.000 maschi ha dimostrato che gli uomini obesi hanno un maggior rischio di basse concentrazioni di spermatozoi (oligozoospermia) o di totale assenza di spermatozoi (azoospermia) nel liquido seminale rispetto agli uomini normopeso.  Elevati valori di BMI e di circonferenza vita nei maschi sovrappeso od obesi sono associati, inoltre, ad un calo del volume di sperma eiaculato, nonché della concentrazione e della conta degli spermatozoi. L’aumento dei valori di BMI sembra correlare anche con la riduzione dei livelli di testosterone e dell’inibina B (una sostanza prodotta dai testicoli che stimola la produzione degli spermatozoi), accompagnata da un aumento invece dei livelli di estradiolo (ormone prevalentemente femminile). Questa situazione è spiegabile col fatto che l’eccesso di peso e di grasso (tessuto adiposo) favorisce la trasformazione del testosterone ad estrogeni (ormoni sessuali femminili) e riduce il rilascio degli ormoni gonadotropine, con conseguente ipogonadismo e ridotta produzione di spermatozoi. La diminuzione dei livelli di testosterone è favorita anche dalla produzione di una particolare sostanza chiamata leptina da parte del tessuto adiposo. L’obesità ha inoltre l’inconveniente di aumentare lo stress ossidativo dovuto all’aumentata produzione di radicali liberi e all’infiammazione attivate da particolari sostanze prodotte dal tessuto adiposo (chiamate adipochine) e dalla resistenza all’insulina e dagli elevati livelli di colesterolo che sono spesso riscontrabili negli individui sovrappeso e obesi. Infine,  l’accumulo di gasso a livello dello scroto oltre a causare anch’esso stress ossidativo, favorisce l’innalzamento della temperatura all’interno dello scroto (stress termico): lo stress termico riduce la produzione e la funzione degli spermatozoi, mentre lo stress ossidativo danneggia la motilità e l’integrità del DNA degli spermatozoi da un lato, e l’interazione tra lo spermatozoo e l’ovocita dall’altro. Alla luce di tutte queste conseguenze negative sulla fertilità, è altamente consigliabile che i maschi sovrappeso od obesi perdano peso e riducano il loro BMI.

 

Fonte bibliografica
Damayanthi D. Lifestyle causes of male infertility. Arab J Urol 2018; 16 (1): 10-20.

 

 

Continua….

Articoli correlati
News

Fertilità: entro il 2100 è previsto un crollo globale

News

Infertilità maschile: questione di geni?

News

Calo delle nascite: nuovo record in Italia

Ricerca all’interno del sito