Trasposizione ovarica

Che cosa s’intende con trasposizione ovarica? La crioconservazione può completare questa metodica e perché?

La trasposizione ovarica è un’ulteriore opzione terapeutica che, da qualche anno, è possibile offrire alle pazienti non ancora in menopausa, che debbano sottoporsi a terapia radiante pelvica (casi di linfoma di Hodgkin e tumori a carico dell’apparato gastro-intestinale). È una procedura chirurgica che può essere eseguita per via laparotomica classica, o per via laparoscopica: quest’ultima è da preferire per la minore aggressività chirurgica.

Nel corso dell’intervento si procede a dislocare le ovaie in una sede diversa da quella anatomica fisiologica, al di fuori del campo di irradiazione, pur conservando la normale irrorazione sanguigna, in modo da ridurre al minimo la quantità di radiazioni assorbite dalle ovaie. Nel corso dell’intervento, per assicurare maggiori chance alla preservazione della fertilità, si può eseguire anche un prelievo e successivo congelamento di tessuto ovarico o di un intero ovaio, in modo da poter procedere, in caso di esaurimento ovarico secondario al trattamento, al reimpianto del tessuto scongelato, con possibile ripristino della fertilità che, in genere, avviene dopo 4-6 mesi. In tal caso si parla di trapianto ovarico. Prima di potere procedere è necessario escludere la presenza di possibili metastasi ovariche.

 

Dott. Alessandro Giuffrida

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