Mese: Novembre 2021

L’infertilità maschile, le possibili cause e il ruolo della prevenzione sono temi che suscitano sempre grande interesse e dei quali non si parla mai abbastanza.

Ce lo conferma il Dottor Emilio Italiano, Specialista Urologo, Andrologo, Consulente Sessuologo, con il quale abbiamo fatto il punto sull’argomento e messo in evidenza gli aspetti più rilevanti.

Fattore maschile di infertilità di coppia

Un fattore maschile, tra cause maschili dirette e quelle miste, è ormai presente nel 60% circa delle coppie infertili. Nell’ambito di una valutazione di coppia, quindi, è importante iniziare precocemente l’analisi del partner di sesso maschile, per evitare terapie inutili o inappropriate o indagini invasive nella donna.

La visita andrologica comincia da una corretta anamnesi, per indagare poi su eventuali anomalie alla nascita o nel percorso di sviluppo del maschio.

Cause di infertilità maschile

Le possibili cause di infertilità maschile possono essere suddivise in tre grandi categorie:

  • Pre-testicolari
  • Testicolari
  • Post-testicolari

Tutte possono determinare alterazioni dei parametri seminali e portare ad anomalie del liquido seminale, di cui abbiamo trattato nel precedente articolo “Infertilità di coppia: gli esami per l’uomo“.

Tra le cause più frequenti descriviamo:

  • Anomalie genetiche
  • Criptorchidismo (mancata discesa di uno entrambi i testicoli nello scroto alla nascita)
  • Varicocele
  • Malattie sistemiche
  • Farmaci
  • Forme immunologiche
  • Infezioni del tratto riproduttivo
  • Fattori socio-ambientali
  • Età avanzata
Cosa dicono le Linee Guida

Le Linee Guida della principale Società scientifica Urologica Europea, la EAU, European Association of Urology, mettono al primo posto come importanza e raccomandazione la correzione degli stili di vita nel maschio ipo/infertile.

Quindi l’attenzione sarà posta su:

  • Stress psico-fisico
  • Sovrappeso, obesità
  • Temperature scrotali elevate (talvolta per rischi lavorativi)
  • Esposizione ad agenti fisici o chimici
  • Utilizzo di sostanze voluttuarie (fumo di sigaretta, alcool, sostanze stupefacenti, farmaci voluttuari).
Il riconoscimento delle cause

L’andrologo indagherà per esempio tra le cause pre-testicolari su un eventuale ipogonadismo (una condizione patologica caratterizzata da insufficiente produzione di testosterone da parte delle cellule di Leydig con conseguente deficit androgenico a ridotta o assente produzione di spermatozoi con conseguente infertilità). Tale condizione, a sua volta, potrebbe essere sostenuta da altre patologie indagabili e possibilmente correggibili.

Inoltre, si valuteranno possibili cause testicolari, tra queste il varicocele, che rappresenta la causa più frequente, senza tralasciare l’idrocele, la pregressa torsione del funicolo o i tumori testicolari che, ricordiamo, sono i tumori più frequenti dell’età giovanile (15-40 anni) e curabili in altissime percentuali.

Per finire, l’andrologo indagherà sulle cause post-testicolari, da quelle congenite a quelle acquisite per infezioni delle ghiandole accessorie maschili (prostata, vescicole seminali, epididimi), ostruzioni delle vie seminali, disfunzioni eiaculatorie.

Il ruolo delle infezioni

Anche le infezioni acute e croniche del tratto urogenitale hanno notevole importanza. Infatti, possono contribuire in vario grado all’infertilità maschile attraverso molteplici meccanismi:

  • Risposta infiammatoria (leucocitospermia, produzione di radicali liberi dell’ossigeno e conseguente danno perossidativo al DNA, iperproduzione di citochine) (1)
  • Anomalie funzionali delle ghiandole sessuali accessorie coinvolte nel processo flogistico-infiammatorio (alterazioni biochimiche del plasma seminale, ridotta attività scavengers) (2)
  • Fenomeni sub-ostruttivi/ ostruttivi post-flogistici (3)
Obiettivi di una corretta valutazione dell’uomo infertile

In precedenti articoli abbiamo visto che già da alcuni anni le cause di una infertilità di coppia possono dipendere in oltre il 50% delle volte da cause maschili (leggi l’articolo “La salute riproduttiva maschile: il ruolo chiave dell’andrologo”).

La corretta valutazione ed attenzione parte dunque dalla PREVENZIONE. Infatti, così come le donne vanno dal ginecologo per la loro prima visita alla comparsa del primo ciclo mestruale (menarca), alla stessa maniera il maschio va periodicamente visitato dall’andrologo. Ciò andrebbe fatto preferibilmente prima della pubertà, se si sospettano anomalie, e successivamente, se nella norma, ogni 2 anni.

L’Andrologo inquadrerà correttamente:

  • Condizioni potenzialmente correggibili
  • Condizioni a rischio vita o salute che possano sottostare all’infertilità e richiedere attenzione medica
  • Condizioni irreversibili per le quali sia possibile ricorrere a tecniche di PMA omologhe (parliamo di tecniche di recupero degli spermatozoi)
  • Condizioni irreversibili per le quali non sia possibile ricorrere a tecniche di PMA omologhe e per le quali siano proponibili opzioni eterologhe (in condizioni estreme in cui non sia possibile un recupero, ricorrere alla banca del seme di donatore può rappresentare un’opzione percorribile)
  • Anomalie genetiche che possano influenzare la salute della progenie in caso di utilizzo di PMA
  • Condizioni in cui si possono prevedere scenari di ulteriore peggioramento della qualità del seme ed in cui si deve consigliare un deposito preventivo degli spermatozoi alle banche del seme.

Dottor Emilio Italiano, Specialista Urologo, Andrologo, Consulente Sessuologo

 

 

 

Bibliografia

  1. Aitken et al, 1995; Sikka et al., 1995; Ochsendorf, 1999; Depuydt et al., 1996; Diemer et al., 2003; Agarwal et al., 2003; Sanocka et al., 2003
  2. Depuydt et al, 1996; Comhaire et al., 1999
  3. Salgado et al., 2003

La possibilità di accesso alla vaccinazione contro Covid-19 per le donne in gravidanza e allattamento è stata sin dall’inizio della campagna vaccinale oggetto di discussione da parte delle società scientifiche nazionali e internazionali.

A causa della mancanza di dati di efficacia e sicurezza in questa popolazione, la vaccinazione è stata inizialmente sconsigliata alle donne in gravidanza, seppur non controindicata. Nel tempo, un numero crescente di donne in gravidanza si è sottoposto al vaccino o perché impegnate in ambito sanitario o perché appartenenti a categorie di pazienti considerati ad alto rischio.

Ad oggi i dati raccolti sono numerosi e rassicuranti: non vi sono evidenze di effetti avversi o complicanze né per le donne né per il feto. Per questo motivo e considerando gli effetti negativi della malattia Covid-19 sulla madre e sul feto, le società scientifiche Americane prima e quelle Italiane poi hanno scelto di raccomandare la vaccinazione alle donne in gravidanza e allattamento. (1)

La Circolare del Ministero della Salute

La Circolare del 24 Settembre 2021 del Ministero della Salute riporta: “Si raccomanda la vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19, con vaccini a mRNA, alle donne in gravidanza nel secondo e terzo trimestre. Relativamente al primo trimestre, la vaccinazione può essere presa in considerazione dopo valutazione dei potenziali benefici e dei potenziali rischi con la figura professionale sanitaria di riferimento. La vaccinazione anti SARS-CoV-2/COVID-19 è altresì raccomandata per le donne che allattano, senza necessità di sospendere l’allattamento”. (2)

La vaccinazione è raccomandata in modo particolare nelle donne che presentano fattori di rischio associati a maggiore possibilità di sviluppare forme gravi di Covid-19. Ne sono un esempio l’età superiore ai 30 anni, l’obesità, il diabete e altre comorbidità. (2)

Nonostante le raccomandazioni, il tema della vaccinazione in gravidanza rimane delicato. Infatti, sono ancora molti i dubbi e le preoccupazioni delle neo e future mamme. Ce ne parla il Prof. Mauro Schimberni, Specialista in Ginecologia ed Ostetricia e Medicina della Riproduzione, fondatore e direttore clinico di BioRoma.

 

Quali sono i rischi dell’infezione da Covid-19 in gravidanza? Perché è importante vaccinarsi?

 

 

Quali sono le maggiori preoccupazioni delle donne in gravidanza o in cerca di una gravidanza in merito alla vaccinazione anti Covid-19?

 

 

 

In quale periodo della gravidanza è indicato sottoporsi alla vaccinazione anti Covid-19?

 

 

 

 

 

 

Fonti:

  1. Istituto Superiore di Sanità – EpiCentro. Vaccinazione contro il COVID-19 in gravidanza e allattamento. Disponibile al link: https://www.epicentro.iss.it/vaccini/covid-19-target-gravidanza-allattamento
  2. Ministero della Salute. Circolare del 24/09/2021 Indicazioni ad interim su “Vaccinazione contro il COVID-19 in gravidanza e allattamento”. Disponibile al link: https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2021&codLeg=82930&parte=1%20&serie=null