Giorno: 15 Giugno 2016

Gli esperti confermano che slip e jeans attillati rappresentano una vera e propria minaccia per la fertilità maschile

Una “nuova” minaccia per la fertilità maschile è rappresentata dall’indossare indumenti troppo attillati. Gli esperti di fertilità dell’Univesità di Sheffield (GB), dopo aver effettuto test su un totale di 2.500 uomini, hanno segnalato la pratica di mettere abiti attillati come una vera e propria minaccia per la fertilità maschile, ancor più dell’abitudine al fumo e l’assunzione di alcool.

La questione è stata dibattuta dal professor Allan Pacey dell’Università britannica in occasione del Festival della scienza di Cheltenham.

Gli indumenti attillati abbassano la fertilità di ben due volte e mezzo

L’esperto ha riferito di quanto gli abiti attillati siano una minaccia per la fertilità maschile in termini numerici: lo sperma risulterebbe meno fertile di ben due volte e mezzo. Questo dato va a sommarsi a una fertilità femminile sempre più a rischio a causa dell’innalzamento dell’età in cui si decide di provare ad avere un figlio. Il medico ha ricordato, infatti, che dal 1970 non solo l’età della donna ma anche quella dell’uomo è sempre cresciuta e a oggi, nel Regno Unito, si attesta intorno ai 32 anni di età.

Il troppo calore che si sviluppa nella zona genitale è una minaccia per la fertilità maschile

Inoltre, per quanto possa risultare curioso, il ginecologo Gillian Lockwood, intervenuto alla manifestazione, ha fatto un paragone con l’uomo preistorico: “nella preistoria gli uomini andavano in giro attraverso la savana solo con un po’ di pelle d’orso legata intorno alle loro parti intime”, a voler significare quanto possa essere nocivo oggi indossare boxer o jeans attillati.

La minaccia per la fertilità maschile di slip e jeans o pantaloni attillati è dovuta al fatto che in questo modo si innalza sensibilmente il calore nella zona genitale peggiorando, quindi, la qualità dello sperma.

Cos’è la IMSI?

Per metodica ICSI si intende iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo, mentre per metodica IMSI si intende iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo morfologicamente selezionato. La differenza principale tra le due metodiche consiste nell’ingrandimento a cui vengono selezionati gli spermatozoi al microscopio prima della fecondazione in vitro. La ICSI si basa su una valutazione morfologica da parte del biologo che, per mezzo di un ingrandimento di 200-400 volte, può scegliere con cura gli spermatozoi da utilizzare; la IMSI invece prevede l’utilizzo di un microscopio che permette di osservare gli spermatozoi ad un ingrandimento circa 15 volte superiore a quello della classica ICSI, fino a raggiungere un ingrandimento dello spermatozoo di circa 6000 volte. Tale ingrandimento permette di analizzare in tempo reale la struttura interna degli spermatozoi e quindi di non selezionare per l’iniezione intracitoplasmatica quelli con anomalie che potrebbero compromettere la buona riuscita del trattamento di fecondazione assistita.

Quali sono i principali vantaggi della IMSI

Il vantaggio principale della tecnica di IMSI è che durante l’osservazione vengono mantenute la vitalità e l’integrità degli spermatozoi, così che una volta selezionati, possono essere utilizzati per inseminare gli ovociti. Si è notato un miglioramento dei risultati soprattutto nei pazienti in cui si ha un alto indice di frammentazione del DNA, in quanto l’alterazione di tale parametro è nella maggior parte dei casi associato ad anomalie nella struttura degli spermatozoi, che a sua volta influenza negativamente il corretto sviluppo dell’embrione.

A chi è consigliata?

La IMSI è particolarmente consigliata per la selezione degli spermatozoi di pazienti con severe alterazioni dei parametri base del liquido seminale (concentrazione, motilità e morfologia), in casi di aborti ripetuti e di ripetuti fallimenti di cicli di fecondazione in vitro.

Dott.ssa Stefania Luppi